Concorso 774 Parco del Ponte

Parco del Ponte  
2019 - Genova

Finalist Project: 4° place

client:
Comune di Genova

project:
Studio 4 architetti associati

with:
Studio gap associati
Studio Ariu+Vallino associati
Arch. Giorgio Badano
Arch. Giorgio Bellonotto
Arch. Valentina Cerda
Arch. Alice Dolzani
Arch. Marco Mori

landscape: 
Arch. Lucina Caravaggi

agronomist: 
Carlo Bidone

geologist:
Ruggero Dameri

artistic consultant: 
Ilaria Bonacossa
Alessandro Cimmino

economist: 
Paolo Rosasco
Marco Grasso

transport planners: 
Matteo Colleoni

structural engineer:
Daniele Canale

hydraulic engineer: 
Giorgio Roth

participatory processes: 
Roberta Prampolini
Daniela Rimondi

3D Visualizer:   
Filippo Bolognese Images


graphic team:
Alessandro Giaconia
Chiara Marcenaro
Francesca Santoro 
Valeria Zappaterra

year:
2019

Idea:
Il Polcevera è il primo naturale attraversamento della valle in senso longitudinale nord-sud a cui nel tempo si sono affiancati sette elementi infrastrutturali, tra strade carrabili e ferrate, che costituiscono un sistema ad alta velocità di trasporto e scambio nodale a scala vasta. La principale deteriore ricaduta a scala minore è l’evidente frammentazione data dalla sequenza delle otto diverse “stringhe” che dividono lo spazio in aree marginali e che si configurano come cesure materiali e visive. Di conseguenza il progetto riserva ai percorsi pedonali e ciclabili il ruolo di attraversamento trasversale del sistema al fine di costituire una maglia di connessioni a percorrenza lenta in una logica di percolazione nei diversi tessuti preesistenti. I due livelli connettivi, viabilistico e ciclopedonale, lavorano a duplice scala: sovrapponendosi ed intersecandosi si consolidano in nodi urbani che innervano l’area circoscritta dal quadrante al suo interno rimandando puntualmente e simultaneamente al sistema di connessione sovrascalare. La strategia progettuale individua nell’accoppiamento e nella saldatura di più “stringhe” infrastrutturali in “fasce” la soluzione per creare una riserva di spazio utile a dare respiro alle aree interstiziali: le strade lungo le sponde del Polcevera si estroflettono unendosi l’una alla viabilità a ovest più a monte e l’altra al rilevato ferroviario a est e lasciando così spazio al parco di “attraversare il greto” e di trovare un analogo recapito sull’altra sponda, consente una reale trasformazione dell’intera area in un parco fluviale e, contestualmente, produttivo – tecnologico, attraverso un insediamento sostenibile, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 sottoscritta nel 2015 dai governi dei paesi membri dell’ONU. In questo modo si viene a creare una connessione ad alta valenza ambientale tra i due versanti collinari che lavora alla scala del paesaggio. Alla nuova piazza pubblica è affidato il ruolo di primo motore della rigenerazione urbana del quartiere attraverso un edificio speciale che ospita funzioni collettive, che favoriscano dinamiche sociali, culturali e ricreative. Si è scelta scientemente un’altra strada rispetto a quella di individuare un memoriale simbolico rappresentativo concentrato nella nuova piazza: un’area afflitta da tempo da una situazione di degrado morfologico e sociale, che ha poi subito una tragedia di dimensione collettiva, non può portarne il peso attraverso una reificazione simbolica di significato all’interno della piazza pubblica che deve invece rappresentare il luogo di aspirazione ad un futuro di quotidianità rinnovata. Da quest’istanza si è mossa l’idea di un “memoriale diffuso”, concepito alla scala del paesaggio, che consenta un’interpretazione plurale della memoria come esercizio creativo dinamico: un insieme diagrammatico di percorsi disegnano il parco individuando 43 recapiti analoghi e anonimi a simboleggiare l’equanimità̀ nel lutto della comunità civile. Da quest’istanza si è concepita l’idea di un “memoriale diffuso”, per il quale si inviterebbero 43 artisti contemporanei a installare un loro intervento permanente, trasformando l’esperienza
collettiva di passeggiare per il parco nell’esperienza di vivere e scoprire un museo a cielo aperto in cui i singoli lavori, come gli strumenti di un’orchestra, si contaminino vicendevolmente trasformandosi. Allontanandosi dall’idea del grande monumento celebrativo e proponendo una pluralità di voci in un “parco di arte contemporanea” nasce dall’idea di creare per l’intera città un’attrattiva culturale e turistica internazionale, capace di attribuire nuovi valori e una nuova identità sociale alla val Polcevera.
Un memoriale concepito alla scala del paesaggio, che consenta un’interpretazione plurale della memoria come esercizio creativo dinamico: un insieme diagrammatico di percorsi disegnano il parco individuando 43 recapiti anonimi a simboleggiare l’equanimità̀ nel lutto della comunità civile.
Share by: